Trasporti sempre più sostenibili, quindi elettrici, e generazione elettrica sostenibile, quindi da fonti rinnovabili. Sono due dei sette capitoli del Green Deal europeo approvato stanotte dal Consiglio europeo su proposta del Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Unica eccezione la Polonia che non l’ha sottoscritto, vincolata com’è dalla dipendenza dal carbone (80% circa del suo mix energetico). Il piano mobiliterà investimenti per 260 miliardi all’anno, pari all’1,5% del Pil, per dimezzare le emissioni clima alteranti entro il 2030 e azzerarle nel 2050.
Il Green Deal impegna l’Ue a fare tutto il necessario per rispettare l’Accordo Onu di Parigi sul clima, e “decarbonizzare” totalmente l’economia europea nel 2050. Da quella data le emissioni clima alteranti saranno così’ basse da essere compensate dai “pozzi di assorbimento” naturali cioè oceani e foreste. Tappa intermedia il 2030 quando le riduzione delle emissioni rispetto al 1990 dovrà essere del 55%, anziché del 40% iniziale. Il piano si articola in sette capitoli e 50 azioni concrete che saranno disciplinate nel dettaglio da leggi europee entro il 2021. Comprenderanno la riforma della “Borsa delle emissioni” Ets, i target nazionali di riduzione delle emissioni, l’aumento dell’efficienza energetica, l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, la riduzione delle emissioni da automobili e furgoni.
Il Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima) italiano è basato oggi sul vecchio target di una riduzione delle emissioni del 40% rispetto al 1990 nei prossimi dieci anni. Ma in base a uno studio di Eurac Research, l’attuazione del Pniec così com’è farà aumentare il costo annuale del sistema energetico italiano del 5,4%. E non basterà ad impedire che il nostro budget di emissioni residuo (3,8 miliardi di tonnellate di CO2) si esaurisca prima delle fine del decennio. Quindi bisogna fare di più e farlo meglio.
Basandosi su un sofisticato modello matematico elaborato dai ricercatori dell’Istituto di Bolzano, Eurac Research ha così messo a punto un piano più virtuoso che consente di ridurre le emissioni di CO2 di un ulteriore 10%, mantenendo invariata la spesa energetica.
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