Boom di consumi
Ci si pensa raramente, ma questa massiccia infrastruttura fisica consuma un’impressionante quantità di energia. Secondo un recente report di Shift Project, le tecnologie digitali sono responsabili del 4% delle emissioni di gas serra, una cifra che potrebbe raddoppiare già entro il 2025. Nel suo complesso, internet è responsabile di circa il 7% del consumo energetico globale. Peggio ancora: la sua fame di elettricità sale dell’8% ogni anno che passa.
Il problema, ovviamente, è che la quantità di dati che circola sulla rete cresce anno dopo anno, aumentando proporzionalmente la quantità di energia necessaria. Si parla tantissimo del consumo energetico causato dai bitcoin, si fa invece molta meno attenzione al fatto che a breve saremo circondati da decine di miliardi di apparecchi connessi all’internet of things, che il 5G permetterà di inviare una quantità immensa di dati e che le nostre fotografie, i video di YouTube, la musica su Spotify e i film su Netflix continuano ad aumentare in definizione e qualità, facendo crescere il traffico sulla rete e quindi l’energia consumata da internet. Il solo streaming di video ha generato nel 2018 la stessa quantità di emissioni di una nazione come la Spagna.
In poche parole, internet non è ecologicamente sostenibile. E mentre le foreste in Amazzonia e in Siberia bruciano e i ghiacci dell’Artico si sciolgono, l’impatto della rete su un pianeta provato dalla crisi climatica non può più essere sottovalutato. Ironicamente, tra l’altro, i cambiamenti climatici a cui internet contribuisce in maniera importante potrebbero anche devastare la rete stessa.
Strategie di difesa
La statunitense At&t, per esempio, sta sfruttando i supercomputer proprio per visualizzare in che modo l’innalzamento del livello dei mari, gli uragani e non solo metteranno a rischio la sua infrastruttura di comunicazione. Il problema più immediato, però, è un altro: i giganteschi data center in cui sono conservati buona parte dei dati che corrono su internet hanno bisogno di essere costantemente raffreddati. Un enorme dispendio di energie che contribuisce all’aumento delle temperature, che a sua volta rende necessario impiegare ancora più elettricità per mantenere i computer al fresco. Un circolo vizioso perfetto.
Come si esce da questa situazione? Prima di tutto, facendo affidamento sulle energie rinnovabili. Da questo punto di vista, la situazione sta migliorando: Apple, per esempio, ha annunciato l’anno scorso di essere alimentata al 100% da rinnovabili (non è però il caso dei suoi fornitori), mentre Google e Microsoft (due delle più grande aziende attive nel settore del cloud) si sono affidate al sistema dei crediti per assicurarsi che il loro consumo di energia fossile venga compensato dallo stesso ammontare di rinnovabili utilizzate altrove.
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Fonte: wired.it
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